Occhi puntati sui titoli di Stato italiani a breve termine. In queste settimane di burrasche finanziarie, una delle alternative "sicure" ad azioni e obbligazioni societarie sono i Buoni ordinari del Tesoro , titoli senza cedola con durata non superiore a un anno.
Il successo dei vecchi BoT è stato ribadito anche nell'ultima asta dello scorso 11 ottobre, che ha indotto il Tesoro ad aumentare da quattro a sei miliardi il quantitativo di titoli trimestrali offerti.
Ma come funzionano questi strumenti? In generale un aumento della richiesta di qualsiasi obbligazione – per esempio dovuta a una fuga dalle Borse – genera un aumento del prezzo e un calo del rendimento del titolo: sempre l'11 ottobre, per citare un esempio, il rendimento lordo di un BoT a tre mesi era sceso al 2,3%, mentre un titolo annuale offriva circa il 3 per cento. I titoli di Stato, se possibile, vanno comprati in asta perché i costi - stabiliti dal Tesoro – sono inferiori rispetto a quelli applicati dalle banche sul mercato secondario. In fase d'asta le commissioni per i BoT sono stabilite dal decreto per la trasparenza del collocamento dei titoli bancari: per ogni 100 euro si va da 0,05 a 0,30 euro a seconda della durata (da 80 giorni a un periodo pari o superiore a 330 giorni). Invece per BTp, CcT e CTz i «risparmiatori non sono soggetti al pagamento di alcuna provvigione di collocamento».
Sul mercato secondario, invece, le commissioni applicate variano in relazione alla durata del titolo e al tipo di banca: si oscilla quindi tra lo 0,10 e lo 0,50% per i BoT e tra lo 0,50 e lo 0,70% per gli altri titoli. E a proposito di aste, lunedì 27 ottobre scadrà la possibilità di prenotare il nuovo collocamento di BoT a 6 mesi e di CTz biennali. (D.Le.)